Per tutti i mozzi di primo pelo e quelli che soffrono il mal di mare.

Benvenuti a bordo!

Questo è il blog che ho aperto qualche anno fa per tenere gli appunti di qualcosa che ancora non sapevo e ancora non so. Nell'estate del 2014 ne è uscito un libro e si spera che presto ne esca un altro. Ha una pagina su Facebook dove possiamo rimanere in contatto (sono di buona compagnia e non sporco più di tanto).

Cap. NS

26 novembre 2012

La stanza del vapore


“… nulla sarà cambiato anche in questa vita che per 
non essere una fotografia ha scelto di essere il mare.”

Il diario del Capitano – parte prima.

Ero una sera di due settimane fa in una stanza piena di vapore di un villaggio orientale, ed era sera perché non fosse notte, vi era una grande vasca quadrata nel pavimento al centro della stanza, di acqua calda e petali sparsi dovunque e alcuni galleggiavano sull'acqua, altri erano affondati e giacevano sul fondo. E tu eri uno di quei petali che galleggiano sull'acqua piuttosto che affondare ed eri anche una prostituta, nella stanza del vapore. Nuotano e non annegano, eri per questo una prostituta. Mi hai offerto un bicchierino di pensieri,  piano hai iniziato a spogliarmi e di un velo di seta eri coperta, sottile come fosse la pelle tua stessa. L’acqua era calda e l’aria profumata d’incenso e nessuno c’era per miglia e miglia intorno alla stanza del vapore e petali di ciliegio dovunque, nemmeno una rosa perché non vi fosse rosso violento. E dunque eri sopra di me, nella stanza del vapore di un villaggio orientale a miglia da chiunque altro e ad altro non volgevo lo sguardo se non alla tua spalla scoperta. Non chiamarmi “Amore”, che mai il mio nome ebbe suono sì dolce prima di finire sulle tue labbra. Non farlo, troppe menzogne già ci furono fra di noi. 

Un fiore mi posasti fra le dita che nessuno regala fiori agli uomini e tu invece me lo donasti perché mi ricordasse quanto di fragile c’era in ciò che avevo fra le mani se quel fiore eri tu. Non saprei dire poi se bevemmo insieme o se solo io ero a farlo mentre lasciavi scorrere l’acqua sulla mia schiena. Contando le cicatrici di passate battaglie; di ognuna mi chiedesti di raccontarti la storia per sapere chi, prima di te, era riuscito a ferirmi. Dopo pochi istanti già non sarei riuscito a distinguere una goccia d’acqua da una lacrima e uno di quei petali dai tuoi capelli bagnati su di me. 

Consumiamoci adesso, nella stanza del vapore, che il nostro non è che un battito e il nostro battito non è che un minuto. Questa stanza è il Regno e un esercito la protegge fuori dalla porta; nessuno entra e nessuno esce dalla stanza del  vapore, nessuno ci turberà quando sei con me nella stanza del vapore. Tutto l’oro del mondo pagherei per rimanere con te nella stanza del vapore, dove l’unica cosa che scorre è il fumo sopra le nostre vertebre e l’unica paura è che l’acqua si raffreddi. Chinati piano verso di me e finalmente lascia che io ascolti la tua voce che troppo serbi fra labbra che troppo difendi da me. Dimmi una volta al giorno che se dovessi scegliere qualcuno con cui essere nella stanza del vapore sceglieresti me, se vale qualcosa allora dimmelo. Vorrei sentirlo, questo vorrei. L’ultima volta eri felice, là nella stanza del vapore, era l’ultima volta che me l’hai detto e questo vale più dei fiori sacrificati per quest’acqua. La stanza del vapore è il momento che gli uomini pietrificherebbero, che dovrebbe essere eterno e caldo, che non dovrebbe finire. Nella stanza del vapore siamo insieme, molto insieme e tu non sei più di una bambina. Vicini, ad un petalo di distanza, che così dovremmo essere adesso che ne scrivo. Il caos che ci circonda ora ti sembra un mare in tempesta ma la tempesta si placa se quelle onde si scoprono pieghe di un lenzuolo.

La stanza del vapore è un attimo in cui un vetro si rompe e i frammenti che piovono, luccicanti e affilati, si fermano in una fotografia. E nulla si muove, nella stanza del vapore. Nulla si muove, nessuno si ferisce. La stanza del vapore è la meta di un viaggio per non perdersi, la stanza del vapore è il meritato riposo dopo la città. Attardiamoci nella stanza del vapore, che quasi ci piacerebbe rimanere qui per sempre ma non si può.

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