Per tutti i mozzi di primo pelo e quelli che soffrono il mal di mare.

Benvenuti a bordo!

Questo è il blog che ho aperto qualche anno fa per tenere gli appunti di qualcosa che ancora non sapevo e ancora non so. Nell'estate del 2014 ne è uscito un libro e si spera che presto ne esca un altro. Ha una pagina su Facebook dove possiamo rimanere in contatto (sono di buona compagnia e non sporco più di tanto).

Cap. NS

2 ottobre 2012

Quello che siamo


“… Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.”

G. Leopardi, L’infinito, vv 13-15.

A quello che sarem(m)o.

Noi, che non sempre siamo un noi, tante volte quante facciamo finta di non esserlo, siamo un tuo sorriso ricorrente. Forse siamo anche la tua felicità se non esagero, la mia lo siamo di certo. Forse siamo un futuro probabile ma quel che conta è che siamo il presente; che non è mica un modo superficiale di dire: noi siamo. Siamo un gelato come pure una notte di fuoco che in qualche misura svela già che noi siamo un noi. E nei vari nomi che abbiamo tu sei una speranza, la mia; ed io un servo, il tuo. Per te e solo per te il mio nome, come sai, è un bacio sulla (tua) schiena, per me e solo per me il tuo è un morso sulle (mie) labbra; ma il nostro nome è un bacio conquistato e noi siamo una notte passata assieme. Passata magari a dormire o a parlare “soltanto” che basta per essere noi, anche se non tutti capirebbero. Noi siamo una bugia raccontata al mondo e un’altra raccontata a noi stessi e siamo bugiardi e traditori. Noi siamo il momento bellissimo in cui accettammo l’idea che forse-magari-chissà noi potessimo essere noi.  Noi siamo la tua vergogna e la mia voglia. Siamo quelli che si devono toccare adesso, perché domani mattina non me lo lascerai fare. Noi siamo la sete dell’essere separati a lungo e la voglia di essere vicini fino a divorarsi; cercando attraverso i denti un modo meno colpevole di essere uno dentro l’altra che non sazia, affama.

Noi siamo farfalle che nel loro unico giorno di vita mangiano, dormono, volano e fanno l’amore e non vorrebbero un secondo di più per fare altro che valga meno. Siamo sangue che ti avevo promesso dalla tua ferita e siamo i nostri corpi incastonati ed annodati, in una coperta stretta. Siamo un numero segreto, un’ottima idea e un tesoro da cercare. Siamo quella notte al mare fuggendo dai nostri genitori, siamo il bicchiere amaro di troppo, noi siamo una mano stretta su un’autostrada. Hai mai visto altri camminare mano nella mano su di un’autostrada, con tale sprezzo del pericolo? 

Noi siamo l’inconfessabile voglia di rimanere nello stesso letto e la porta inesorabile della tua stanza, siamo il treno del venerdì che sia maledetto chi ha inventato i treni del venerdì! Noi siamo la capanna e tutte le sue città, siamo quelli che “mi mancherai stanotte” e che “stavolta si dorme”, siamo quelli che hanno avuto un bacio in ogni dove d’Italia. Noi siamo quelli che ti hanno visto volare e quelli che hanno fatto di me il tuo Capitano e di te il mio mare. Noi siamo l’ansia di una campana di un paese fra i monti d’Abruzzo in cui piantammo l’oceano e forse anche l’imbarazzo e la paura d’esser scoperti. Noi che siamo così schifosamente invidiabili, noi felici due. Siamo la strada troppo breve noi, che non porta come tutte le altre a Roma perché da Roma comincia; siamo quelli che Roma l’hanno costruita (non in un giorno). Noi siamo quelli che quando vogliamo, in mezzo a tanta gente siamo soli. Noi siamo quelli che ci piaccia o  no siamo una casa. 

Siamo quelli con degli amici troppo idioti perché capiscano che sotto il loro naso noi, ormai, siamo noi. Noi siamo un “è già troppo tardi” in mezzo a mille “è ancora troppo presto”. Siamo una litigata di ore e ore, ma che importa se poi siamo? Noi siamo un fiume di parole dalla mia spada. Siamo quelli che dovrebbero smettere di prendersi in giro e quelli che per arrivare a tanto hanno dovuto patire. Siamo l’ultimo treno notte per Foggia, in ritardo per farci raccogliere l’ultimo bacio di corsa; siamo la paura d’essere nel bosco di notte che non è per il buio ma per quanto sono vicino al tuo seno. Siamo quella volta che ubriaco non eri con me non ero e non eravamo. Siamo una frase scritta con un dito sulla tua gamba, ogni cosa che è stata e che hai rinnegato. Perché non dimenticarti di quella notte in cui noi eravamo e tu hai detto che avremmo dovuto fare in fretta a non essere altro che noi. 

Noi siamo te, che cambi idea non appena vado via, che correggi e poi ripeti i nostri errori. Noi siamo quella volta che l’abbiamo fatto piangendo. Siamo quelli che poi ti sollevo dalla scrivania perché se noi siamo uno non ci servono più di due piedi; allo stesso modo guardassero il mondo i tuoi occhi, perché i miei guarderanno i tuoi nel frattempo. Noi siamo un abbraccio tra fratelli, una volta che mi tieni sul tuo petto come madre e figlio; una volta che ti tengo sulle mie gambe come padre e figlia. Noi che “adesso sono un po’ in imbarazzo”, noi che siamo te nuda e me sotto di te, nuda. Noi siamo la macchina che non abbiamo e con la quale avremmo girato il mondo, siamo l’aereo che costruiremo. Noi siamo la vita che vivrei fino alla fine. Noi siamo quelli che tu mi vuoi tanto quanto ti voglio io e più lo neghi più mi piaci; perché poi lo vedi, quando mi prendi a morsi. Noi siamo il problema e la soluzione, siamo Parigi nella quale forse andremo o forse non andremo. Noi, che siamo questo e altro ancora, siamo quelli che conoscendo la prima regola hanno lottato tanto per essere qui a dire a tutti che noi, venga la morte a separarci, ormai siamo NOI, per Dio! 

Noi siamo sonno, fame, voglia, dolore e sangue, goduria e sudore siamo finalmente un bacio sulle labbra. Siamo quelli che decisero di tuffarsi. Tu fuggi ed io ti rincorro, ma è grazie a te allora se vado avanti. E adesso che ormai noi siamo noi non possiamo più tornare indietro. Io non sono più, se non siamo. E noi dunque siamo questo, né fidanzati, né amanti, né amici, né altro. Siamo la cosa migliore che io abbia ora. Tu fuggi ed io ti rincorro, ma è grazie a te allora se vado avanti; noi siamo noi in un bacio conquistato in una notte che non dovrebbe finire.

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