Vorrei precisare una cosa (perchè un blog è anzitutto un diario), questo è un post abbastanza pesante e una punta depresso, quindi se la vostra è stata una bella giornata il mio consiglio è quello d'ignorarlo e aspettare il prossimo.
Cap. NS
A M. e a me, e grazie a Paola e Francesco che mi hanno accolto nella centesima notte.

Ed io, città
del mio cuore, vorrei forse che tu non fossi davvero esistita mai, piuttosto che
vederti così, schiava di mani altrui. Vorrei forse aver vissuto altrove i miei anni. Noi fummo re e principi, quelli
che verranno dopo di noi saranno i tiranni, i despoti. La guerra mi ha portato via una madre, una sorella e una moglie e così le mie stesse forze.
Compagni,
la guerra è finita e noi l'abbiamo persa. Ci resta la pietà dei vinti e
quel candore degli sconfitti. Tutto il resto è bianco adesso, solo bianco e le fiamme che lo consumano. Non scriveremo noi la nostra storia e la memoria già è dispersa,
beviamo dunque il calice amaro della sconfitta affinchè consoli le nostre ferite. Beviamo
per dimenticare che fummo dimenticati in una sera o poco più e che altri
siederanno ai nostri posti, altri dormiranno nei nostri letti ancora
tiepidi di un amore che avete creduto vero.
Il traditore, fra di noi, ha aperto le porte al nemico, non il
nemico le ha prese con valore. Fu sangue del nostro sangue a mostrargli la via, non
cercate un colpevole altrove, cercatelo fra nostre mura. Contate pure ciò che vi resta se lenisce la vostra pena, preparate le ultime armi, ma non vi accorgete ancora che la guerra è durata più
delle vostre forze. Ormai è finita. Le parole adesso, tutte, sono solo carte di
caramelle, indorano una verità che vi farebbe perdere i denti. La nostra fuga è appena iniziata ma per adesso godete di questi giorni di pace che non è ancora tempo per la rivoluzione. Per adesso, finalmente, la guerra è finita e muore contento
chi, fra la guerra intorno, muore col cuore in pace.
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