Per tutti i mozzi di primo pelo e quelli che soffrono il mal di mare.

Benvenuti a bordo!

Questo è il blog che ho aperto qualche anno fa per tenere gli appunti di qualcosa che ancora non sapevo e ancora non so. Nell'estate del 2014 ne è uscito un libro e si spera che presto ne esca un altro. Ha una pagina su Facebook dove possiamo rimanere in contatto (sono di buona compagnia e non sporco più di tanto).

Cap. NS

16 luglio 2013

Notte 173*

“Son sempre i nostri dubbi a tradirci e a farci perdere quello che avremmo potuto guadagnare se non ci fosse mancato il coraggio di tentare.”

W. Shakespeare, Measure for measure.




Mia amata passione,
spero stiate bene e che pensiate a me quanto io penso a voi. Passavo stasera vicino il nostro lampione ed ho pensato di disturbarvi. La ruggine ha iniziato a turbare la sua bellezza, sapete?



Stavolta partirò due volte, in un viaggio di ritorno più lungo di quello d'andata. Ogni parola di questo libro che ho messo in valigia sarà il vostro nome, se non avrò nessuna idea da scrivere forse lo leggerò nel treno. Come una goccia di pioggia scavate nei miei pensieri; un fiume che va lasciato correre via, che trovi la sua strada e viva nella perpetua felicità di essere sostanza del mare.



Ma vi darei i miei occhi per un giorno, per vedere quello che vedo io e scoprire che vi piace. Vi darei le mie labbra per una volta, per insegnarvi il sapore delle vostre. Vi darei la mia pelle per una notte, per sentire il calore del vostro corpo e le mie mani per un momento, per spingere quella porta. Ma il mio cuore, quello, dovreste prenderlo per sempre. Perché mi guardate e non mi baciate?



Non riconosco questa città se non siete con me; ci sono strade che non ho mai percorso, odori nei vicoli che non saprei scegliere e case che non ci appartengono. Ma all'inizio non capirete che mi sto avvicinando, ancora non mi avrete detto se volete rimanere. Avessi un bacio in più del vostro tempo adesso, avessi un paio d'ali adesso, non sarei qui a scrivervi. Ci sarà una bottiglia posata sul pavimento ad aspettarci, e una finestra aperta che ci porti la bella aria della strada. Avremo tutte le parole, tutte, (e quindi potremo rimanere in silenzio) e una fame segreta di prendere dal mondo quel senso sepolto, quel perfetto mistero che conosciamo solo noi e la bella aria della sera ma che pure ci ruba i giorni. Saremo uno di fianco all'altro; ditemi se leggerete queste parole e rispondetemi presto.

Vicino al piano, con la destra appena posata sulla tastiera, lo sguardo basso. Senza iniziare. C'era una bella aria per strada stasera, reciteremo le parole di un film e le parti del caso. Stanotte partirò per un lungo viaggio, e se vedrò qualcuno venirmi in contro cercherò nel suo volto qualcosa che somiglia al vostro.

Poi il vostro segreto inizierà a lacrimare, assetato, e dietro la trincea chiederò ogni volta, col fucile puntato nel buio, senza riuscire a vedere: «Da che parte state?».

C'è una porta sul bordo del mare, una porta sull'orlo della spiaggia, lasciata lì da qualcuno che aveva bevuto troppo. È la porta segreta di Parmenide. C'è una maniglia che al tatto rivela la salsedine, su quella porta. E forse c'è una chiave, ma solo voi sapete dov'è e se esiste. È la porta segreta delle cose che potrebbero essere. E oltre quella siedereste sulla sabbia di fianco a Poseidone e a lui potreste chiedere perché mai, ad un certo punto, l'unica cosa che ci salva, ci incolla ad una finestra e ci distrae dai nostri pensieri è una tempesta.




* Da leggere "unosettetre" e non "centosettantatré".

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