Per tutti i mozzi di primo pelo e quelli che soffrono il mal di mare.

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Questo è il blog che ho aperto qualche anno fa per tenere gli appunti di qualcosa che ancora non sapevo e ancora non so. Nell'estate del 2014 ne è uscito un libro e si spera che presto ne esca un altro. Ha una pagina su Facebook dove possiamo rimanere in contatto (sono di buona compagnia e non sporco più di tanto).

Cap. NS

1 luglio 2013

La prossima volta, amore mio, portami a guardare le nuvole.


"But fools and innocents believe 
that love and faith and truth and beauty 
can make a garden of this human factory."

Tracy Chapman, 3000 miles.



Oh, amore mio, avevi proprio ragione. Non ho mai avuto occasione di dirtelo, ma avevi proprio ragione.


Quando facevamo finta di non sapere di cosa stessimo parlando; e quella sera sulla spiaggia, quando fingevamo di non aver capito verso cosa andavamo incontro; e quella volta sul mio letto, quando non avevamo idea di ciò che avessimo in mano. Avevi proprio ragione. Tutto ci accadeva senza che noi lo sapessimo in quel tempo. Avevi proprio ragione a dire che avevamo nulla di più di un seme in mano. Ed era bello, da tenere in mano, quel seme. Ricordi? Era piccolo da far paura, era piccolo e faceva paura. Abbiamo visto le stelle e capito il filo d'argento che ci tiene tutti insieme, abbiamo visto il mare e inteso le forme della vita, ma la prossima volta, amore mio, portami a guardare le nuvole. Avevi proprio ragione. Nessuno pensa mai a quanto siano grandi, le nuvole, a quanto su un mondo così piccolo ci sia un cielo così immenso.



Avevi ragione anche quando dicevi che l'albero più alto di quel prato, dove eravamo soliti rifugiarci, era dapprima un seme come quello che avevamo in mano. Un seme solo, in due mani, così piccolo che non potevamo dividerlo con nessun altro. E lì, nel campo dei nostri segreti, immaginavamo come sarebbe venuto sù, il nostro albero. Eravamo ancora troppo giovani, per pensare a come sarebbero stati dei figli nostri, e pensavamo allora a come sarebbe cresciuto un albero. Era un pensiero dolce e cresceva come un seme.

Avevi proprio ragione, amore mio, non ci venne in mente che prima di essere un profumo ogni seme era   come il nostro. Era bello, pensare di aver afferrato già tutto, visto già tutto, conquistato e patito già tutto, ma avere in mano solo un'altra strada che non era che al principio.

Mi ha sempre dato da pensare, mia cara, quella sensazione che ciascun uomo prova quando desidera avvicinarsi ancora, prendere una mano fra le mani e sentire un'attrazione verso l'altro che non è di più, secondo me, del desiderio di trovare in qualcuno un posto da chiamare casa. Quando finge di avere freddo, è lì che il nostro seme trova terreno.

Questo che abbiamo fra le mani adesso, di cosa mai sarà un seme? Forse sarà di una rosa odorosa o di un frutto dolce, ma secondo me sarà il seme di una quercia, che più da vicino ci porterà a guardare le nuvole di anno in anno.

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