Per tutti i mozzi di primo pelo e quelli che soffrono il mal di mare.

Benvenuti a bordo!

Questo è il blog che ho aperto qualche anno fa per tenere gli appunti di qualcosa che ancora non sapevo e ancora non so. Nell'estate del 2014 ne è uscito un libro e si spera che presto ne esca un altro. Ha una pagina su Facebook dove possiamo rimanere in contatto (sono di buona compagnia e non sporco più di tanto).

Cap. NS

18 giugno 2013

La prima e ultima storia per farti addormentare

Da quando iniziavo questo post, sul finire di dicembre molte cose sono cambiate, per cui potrebbe non essere l'ultima.

Egr. Dr.

Le scrivo questa mia nell'intento di portare alla sua attenzione professionale una cosa che, malgrado l'ignoranza in campo veterinario che può avere un guardiano di zoo come me, mi ha sorpreso abbastanza da permettermi di disturbarla. Prima di tutto vorrei precisarle che, di quanto vado a raccontarle, ho già parlato con il sovrintendente dello zoo, senza che egli dimostrasse la minima attenzione per le mie parole.
Lei ricorderà sicuramente quel piccolo esemplare femmina di Koala che ha visitato personalmente appena giunse presso di noi qualche mese fa. Dopo la sua visita io e i miei colleghi la spostammo nel recinto che già da tempo avevamo approntato per lei. Si dà il caso che questo sia di fronte alla gabbia dell'elefante. Non essendo molto esperto riguardo gli animali non credevo che facesse una grande differenza, qualche giorno fa, però, è accaduto che nottetempo compievo il consueto giro di sorveglianza quando la scena che vado a raccontarle ha reso singolare uno dei miei giorni sempre uguali. Ci si abitua a tutto, anche a stare insieme ai leoni e alle giraffe.
Ora io non ci capisco granché di questi animali ma sono pagato per guardarli e quello che vidi quella notte mi parve quantomeno strano. Senza preamboli, vidi la piccola Koala aggrappata alla proboscide dell'elefante. Io non lo so, ma credo che una foto del genere sarebbe stata bellissima. La logica di mercato dello zoo ha fatto sì che la gabbia dell'elefante abbia le sbarre abbastanza larghe da far passare la proboscide oltre queste, è una cosa che piace ai turisti. Per un elefante, lei lo sa meglio di me, data l'altezza non è una grande impresa raggiungere dall'alto l'interno del recinto del Koala. Sul momento mi limitai ad osservare solamente questi due animali addormentati e questa piccola che poteva stringersi a uno qualsiasi degli alberi e dormire come fanno i Koala normalmente ma scelse di trattenersi all'elefante e di riposare affidando a questo il suo peso. Io, stimato dottore, di animali non ne capisco praticamente nulla ma mi parve di capire che i due si strinsero di quell'affetto proprio degli animali che l'uomo ha dimenticato il giorno che ha dimenticato d'essere un animale. Non le nascondo che la scena era di una tenerezza che avrebbe commosso anche il più duro dei cuori. Non si stupirà comunque se, nel tempo in cui la disturberò con queste parole, le preciserò che la notte seguente e altre notti ancora sono tornato a controllare se una tanto singolare scena si ripetesse e ho avuto la fortuna di capitare proprio nel momento in cui  accadeva e allora ho capito la dinamica di questo fenomeno. Curioso, come gli animali facciano ogni cosa in un modo così naturale da essere perfettamente autentico, non trova? Ma lei queste cose le sa meglio di me. Credo di aver capito che il grande elefante allunghi la sua proboscide fino a lei solo in un determinato istante della notte, per poi rimanere così finché non si accorge dell'arrivo del giorno; ma non in un momento qualunque, no. Lo ammetto, non ne so molto riguardo abitudini degli animali, ma credo che ciò avvenga mentre nel vialetto passa il mezzo per la pulizia della stradina e non prima. Lo zoo dispone di un modello vecchio e rumoroso, preferiamo allora adoperarlo nelle ore notturne, così da non disturbare i visitatori. Si ricorderà di certo che è poco più che un cucciolo lei e che lo zoo non ospita altri esemplari di Koala. Accade dunque che lasci il suo ramo per afferrare la proboscide, non appena sente il mostro. Ora devo ammettere che non sono poi così istruito in materia, né potrei dire, da umile guardiano, che ragioni determinano questo fenomeno, ma devo comunicarle con grande tristezza d'animo che è in progetto uno spostamento degli animali e delle loro gabbie che separerebbe i due. Le scrivo dunque per sapere se sussiste qualche argomentazione veterinaria che io possa citare presso il sovrintendente per evitare che ciò avvenga. Non saprei nemmeno da dove incominciare. Le dirò, stimato dottore, che quei due mi ricordano tanto me e la mia defunta moglie, ma non le dirò altro, per non disturbarla con le chiacchiere di un guardiano. Io non conosco per nulla gli animali, ma so riconoscere quando due creature di questa Terra si vogliono bene. Non mi permetto di insegnarle il suo lavoro, ma mi pare di sentirla, quando quel piccolo cucciolo dice al grande Elefante: «Fratello mio, anche stavolta mi salvi.»
Mi dica lei, che ha finito gli studi, quello che sa dei modi per salvare una vita che non è in pericolo. E mi sembra di vedere me, in quell'Elefante quando le risponde: «Amica mia, io nemmeno stavolta ti lascerò, ma domattina tu lascerai me.»
Le ho detto, nella mia ignoranza, che mi ricordano me e mia moglie. Io li sento quando parlano in questo modo, anche se quando si è così vicini non occorrono parole per stringersi ancora di più. Magari gli animali non ci riuscirebbero comunque, non lo so, ma penso che lascerò a lei ed ai suoi libri questo mio dubbio. Lo ignoro ma non mi interessa. Io non ho una vasta conoscenza della materia, però di animali (e di uomini) ne capisce meno di me, chi ritiene che l'unione non comporti sforzi, che debba essere tutto semplice o non debba essere affatto. Chi si sveglia un mattino e dice: "Questa è l'ultima notte che passiamo assieme". E poi sale su un treno.

Non osi l'uomo dividere ciò che Dio aveva già diviso, ma che pure aveva fatto incontrare, per vedere cosa sarebbe successo sulla tavolozza della vita, fra un Koala ed un Elefante stavolta. Sa cosa le dico, in conclusione, abbandonando il tono formale che lei senz'altro meriterebbe? Spero proprio che in una di queste notti prima che vengano separati lei sogni di essere in Africa, col suo e con altri elefanti, liberi, e che l'alba sia in verità chiaro di luna e che lui la porti via con sé per sempre.

Certo di una celere risposta le porgo i miei rispetti.

 Hans Schultz, Berlino, 18 giugno 1983.

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