Per tutti i mozzi di primo pelo e quelli che soffrono il mal di mare.

Benvenuti a bordo!

Questo è il blog che ho aperto qualche anno fa per tenere gli appunti di qualcosa che ancora non sapevo e ancora non so. Nell'estate del 2014 ne è uscito un libro e si spera che presto ne esca un altro. Ha una pagina su Facebook dove possiamo rimanere in contatto (sono di buona compagnia e non sporco più di tanto).

Cap. NS

28 giugno 2012

Il diario del Capitano - PARTE PRIMA

Ho pensato una cosa, se vincessi la lotteria vorrei comprarmi un autobus. Sì, lo so che non è proprio uno dei dieci desideri canonici che esprime un neonato milionario, però a me piacerebbe.

Come quando sono in cucina, sono io il dittatore dei miei sogni. Come quando non sei con me, ed è arrivato il giorno, immagino che tu invece sia al mio fianco, guardando verso l’altro lato. Nei miei sogni fai tutto quello che voglio, non c’è democrazia; solo desiderio, solo il mio.

Dopotutto dovrò avere una nave, prima o poi. Altrimenti che Capitano sono? Ho pensato questa cosa mentre tornavo a Teramo. Vorrei comprarmi un autobus, per issarci la mia bandiera da pirata, riempirlo di uomini rudi e poco profumati con il vizio dell’alcool (tranne per quello che sta al timone). Vorrei avere un autobus per portarti, potremmo dividere le file in fondo dal resto con una porta in modo da farci la cabina del Capitano. Con una botola sul soffitto, e una balaustra per salire sul ponte e guardare da lì il mondo. È un’idea carina, no?

Mi piacerebbe vederti addormentare mentre la finestra cambia di continuo la sua inquadratura mossa, cambiano gli scenari, le luci. Ogni notte una luna diversa. Solcare il mare, quel grande mare che è il mondo, io e te. Perché tutto il mondo è un mare, non lo sapevi? Quello che mi affascina della neve, invece, è che per quanto tu possa arrivare in alto, la neve arriva sempre sopra. Prendi le montagne, ad esempio. Che presunzione, e che brutta figura.

Stamattina sono stato al porto di Teramo. Teramo è una provincia dell’entroterra abruzzese, che non sta sulla costa come ad esempio Pescara, ma non per questo non ha un porto. Ma certo, pensa che ingiustizia sarebbe se tutte le città che non affacciano sul mare non potessero avere un porto. Teramo, dunque ha un suo porto, e stamattina ci sono stato. Mercanzie d’importazione, le spezie, la gente di ogni dove. Tutti con lo stesso sguardo poi, uno sguardo che ti fa capire che sono solo di passaggio, come in ogni porto, che è solo un transito il loro.

Che potendo scegliere non starebbero là.

Il porto di Teramo è in via Irelli, è l’Eurospin. Se sei capace di vederlo allora c’è, se sei capace, altrimenti ben si traveste e inganna con il suo costume da discount. Dopotutto è nove febbraio, a breve sarà carnevale. E Teramo ben nasconde il suo porto, forse dai pirati, ma non da me. Sono un pirata assennato io. Io ti amo.

Navigo sul’abisso dell’esistenza, e talvolta la mia rotta e sicura, talvolta credo di essermi perso. Talvolta seguo le stelle, talvolta vado seguendo la corrente (devo essere invecchiato). La corrente, quella, mai seguirla. È una di quella sere che bevi credendo di ferire il mondo quando invece fai del male solo a te stesso, la corrente. E così, la mia esistenza tutta è come il mare, cambia di continuo. Quello che vedi oggi non lo vedrai domani; le persone, i posti, spariscono all’orizzonte. Ma tu ricordati di me, altrimenti ci saremmo persi per sempre. E semmai mi scriverai ricordami che i pirati non hanno mai paura, mai. In battaglia, con le donne e con il mondo, mai. Ricordati che se non ci dimenticheremo mai non ci saremmo mai separati, nulla sarà cambiato anche in questa vita che per non essere una fotografia ha scelto di essere il mare. Ricordami che i veri pirati non hanno mai paura, nemmeno quando dovrebbero. Io vorrei vivere in una foto, perché un po’ di paura in fondo ce l’ho, ma non si può. Allora guardo la realtà mutare attraverso la finestra della mia cabina, spostando la tenda per vedere quello che passa; perché la verità non è altro, non è di più: è un passaggio. Non lo era prima e non lo è più, lo è stata solo per il timido istante in cui stavo scrivendo. Tutto qui, è un passaggio, ma ricordati, ricordami e noi due non saremo un passaggio, non passeremo mai.

Navigo senza fretta di trovare terra, senza indagare troppo le carte nautiche. Il viaggio e lungo, ma prima o poi tornerò.

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