Scusate, NS.
Madonna del mare,
badate per un minuto che vi avanza
a questi figli marinai che ricorrono a voi
cercando un approdo sicuro nella tempesta.
Ogni giorno il mare pare inghiottirseli
un po' per volta, uno per volta.
E vi cercano così fra le onde,
e vivono la vita sfidando qualcosa più grande di loro.
Madonnina, questo vivere è come cadere a volte,
e le cose che cambiano troppe per un uomo soltanto.
Altre volte invece questo vivere è come scavare
e la buca s'è fatta grossa, ci tocca di scendere nella fossa,
ma più si va giù più il vostro cielo si allontana.
Come riempire il vuoto di un mare prosciugato,
di un senso a questi giorni.
È che non ho proprio null'altro da pensare
che non c'è rimasto un posto per tornare
e tutti i viaggi sono di sola andata ora,
c'è rimasto solo il segno sulla pelle.
Dateci un faro che si faccia seguire allora,
che ci tiri fino a casa, e una donna ad aspettarci, a difenderci.
Siamo sacerdoti senza tempio
e martiri senza una croce,
che vanno senza rotta in attesa della chiamata.
Dateci un porto che ci protegga come una madre,
e una strada fra le onde che si apra al nostro passaggio,
un vento che perdoni le nostre vele.
E non fate mancare mai l'acqua dolce,
che ci illuda meglio del vino perfino,
che questo mare non ci ha presi fino in fondo,
non ancora almeno,
fin dentro le membra, fino all'ultima vertebra.
È fango di sangue e terra,
è oceano che non s'arrende.
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