Per tutti i mozzi di primo pelo e quelli che soffrono il mal di mare.

Benvenuti a bordo!

Questo è il blog che ho aperto qualche anno fa per tenere gli appunti di qualcosa che ancora non sapevo e ancora non so. Nell'estate del 2014 ne è uscito un libro e si spera che presto ne esca un altro. Ha una pagina su Facebook dove possiamo rimanere in contatto (sono di buona compagnia e non sporco più di tanto).

Cap. NS

1 maggio 2014

Storia del firmamento - parte seconda

La prima parte è qui.




"E, alle dodici e tre quarti in punto, proprio in quel momento di giubilo, nel cortile d'una casa vicina si mise a suonare un organetto, spazzando via di colpo l'atmosfera solenne del grande avvenimento. La finestra era spalancata in quella tiepida mattinata [...], e le note, trasportate da una brezza primaverile, invasero l'aula."


F. Molnár, I ragazzi della via Pál.



Budapest, 26 aprile 1872.



Amico mio,

gireremo il mondo come monete, di mano in mano, fra le cose preziose della gente, nelle tasche più sicure. E come monete ogni volta ci divideremo, spesso ci scambieranno. Qualche volta ci daranno per una che vale di meno, e prima o poi qualcuno ci ruberà e ci terrà come un tesoro. Vedremo i nostri simili  per un giorno a volte, e poi mai più. Ma chissà che sia proprio questo che i nostri animi randagi cercano, nient'altro che viaggiare e vivere una vita diversa per ogni città per presentare alla fine alla morte la lista dei modi in cui si è beffata ogni volta. Non pensi mai che la bellezza nel mondo sia già finita qui finché rimani nella tua casa? Di essa conosci ogni pietra, e lì hai tutto ciò di cui necessiti davvero, tranne una cosa, un motivo per meravigliarti. Così pure ho pensato sotto questo cielo di Budapest, sei stelle soltanto ho visto, ma se mi fossi allontanato anche solo di poco dalla città quante ne avrei ammirate di più, fratello? Così pure ti dico, non c'è una bellezza vera che non vada cercata a fondo, nel buio più buio, fuori dalla città. Siedi su una poltrona quando finirai di leggere questa lettera e passeggia in qualche città con la mente. Vai a Marsiglia magari e ascolta le voci, i  musici di strada, i mercanti. Se ti andrà vieni a trovarmi qui, sulla riva del Danubio.

Mi parli di un filo che ti tiene, ma chi ha tessuto questa corda per tutta la notte? Tu solo, fratello, più paziente dei ragni. E chi la tiene legata ancora oggi così? Tu solo fratello. E allora quando sarai pieno di tutta questa grazia, aspetta, aspetta il primo temporale e poi chiedi a ogni goccia che finisce sulla strada cosa resta di tutta quella grazia. La risposta che ti daranno sarà: è tutto tuo, ma solo tuo. È quasi alba ormai.

Ho imparato che è importante sapersi difendere l'un l'altro, fra la folla. Che è indispensabile per ciascuno scegliere un compagno e considerarlo da allora in poi come la persona più importante fra tutte, e difenderlo. Difenderlo sempre, dagli altri e da sé stesso. Camminavo leggendo un libro di poesie, e piano venne a piovere e la pioggia cadeva sul libro. E quasi tutta veniva dal cielo. Camminavo e l'ho trovata così, come se non se ne fosse mai andata. Sulle labbra, e non ho ascoltato una parola, e lei non lo saprà mai.

Ho conosciuto una ragazza nei giorni trascorsi in Ungheria e le ho fatto una domanda, prima di sapere il suo nome perfino, le ho chiesto: raccontami la prima volta che hai visto il mare. Così: raccontami la prima volta che hai visto il mare. Lei mi ha parlato del lago Balaton, a Ovest, e di cose della sua infanzia. Aveva gli occhi freddi gelidi e un po' di quella magia che salva gli uomini tutti i giorni dal loro disordine. Quasi tutta veniva dal cielo, e lei non lo saprà mai.



Dormi bene e poi svegliati, Ivan.

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