Alla regola segreta della capanna
Inutile negarlo, esiste il giorno e la notte perché gli uomini possano avere due prospettive del reale. Una chiara e luminosa, controllata e matematica; ed una oscura, da esplorare in silenzio sulla punta delle dita, attenti a non farsi scoprire. Il sole le separa. Non poteva esserci un mondo solo perché ogni individuo ha una parte di sé che non conosce, che poi lo ferma a pensare. Cerca un perimetro sicuro fra le forme opache del buio e allora si ricorda delle città che ha visitato e di quelle in cui non è ancora stato. Cos’è un perimetro se non un limite infatti?
Non c’è posto migliore di una capanna quando ci sono i tuoni. In tempo per la fine del mondo siamo adesso sette miliardi, ma come siamo soli, allora è naturale cercare riparo in una mano.
“… non mi farà più paura se tu mi tieni la mano.”
E di città inesplorate ce ne sono tante (troppe?) e almeno cinquanta motivi per cui ringraziati che non basteranno mai. Che gioco insolito è, se decidiamo le regole in corso d’opera. Se adesso è morboso e poi è strano che ad un tratto ti alzi e te ne vai.
Eppur si muove ed infine si contrae, infine si stringe e bruciandosi consuma; ho scritto il futuro e non mi hai deluso.
N
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